Su Sirbone

(Il Cinghiale)

L'immagine è stata realizzata con Corpo macchina Nikon F100 e zoom Nikkor 75/300 f. 4.5/5,6.
Pellicola Fujichrome Sensia

Questa storia inizia a Monte Arcosu nel maggio 2001. Da alcuni giorni avvistavamo nelle vicinanze della Foresteria Perdu Melis (cuore della Riserva) un Cinghiale (Sus scrofa meridionalis) che si portava dietro un brutto ricordo: uno dei micidiali lacci d’acciaio posizionati dai bracconieri per catturare cinghiali e cervi. Il laccio stringeva il torace dell’animale e gli si stava conficcando nelle carni. Nella sua parte finale era sfilacciato, segno evidente che il cinghiale era riuscito a strapparlo o a spezzarlo con i denti. La decisione fu unanime: bisognava catturarlo e liberarlo da quel fardello che entro breve gli avrebbe provocato una brutta infezione. Predisponemmo una rudimentale gabbia di cattura in legno e per esca usammo del pane raffermo. Dopo un primo tentativo andato male riuscimmo a catturare l’animale e agendo velocemente gli immobilizzammo le zampe posteriori e tenendole sollevate dal suolo gli impedimmo di girarsi e morderci. L’azione durò solo qualche istante, così mentre in due tenevamo il cinghiale un terzo collega recideva il laccio ed un quarto spruzzava del cicatrizzante sulla ferita. Non lo liberammo subito per dar modo al medicinale di agire ed allo stesso tempo impedire all’animale di bagnarsi, come è solito fare, nel fango. Passò due ore da prigioniero, ma quando aprimmo la gabbia sparì velocemente nella macchia.

Luglio 2003, sono passati più di due anni da quell’incredibile intervento che tutti ricordiamo con piacere, ma anche con la consapevolezza di aver rischiato eccessivamente per salvare quel simpatico cinghiale. Nessuno di noi lo ha più visto, ma… sono le 19.45 mi appresto a preparare gli zaini per rientrare a casa quando un grugnito attira la mia attenzione, istintivamente prendo la reflex e mi avvio verso una finestra. La sorpresa è enorme: ho davanti il “nostro” cinghiale! Scatto due foto, una a mano libera ed una sfruttando lo stipite della finestra per stabilizzarmi. La prima è decisamente mossa, la seconda è quella che potete vedere a corredo di questa storia. E' ben visibile la cicatrice di quel maledetto laccio che avrebbe potuto uccidere “su sirbone”.

 

 

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