Su
Sullonaju!
(Il Cervo Assassino!) |
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L'immagine
è stata realizzata con Corpo macchina Nikon F100 e tele Sigma
400 f. 5,6 Apo Macro. Pellicola Fujichrome Provia 100F |
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Monte Arcosu 05.09.2002. La giornata è piuttosto insolita, direi strana. Il maestrale non forte, ma teso, rende il clima piacevole e non eccessivamente caldo. Così mi balena per la mente di impegnarmi in una dura ascesa fino ad una delle aree meno accessibili della Riserva: la catena di "Boi Pinna". Dopo aver lasciato il fuoristrada, cammino per circa 90 minuti. Il sole ed il peso dello zaino fotografico e del cavalletto rendono l'ascesa più impegnativa del previsto. Quando decido di fermarmi e piazzare il treppiede sono ormai le 13.30. Spero nella comparsa delle Aquile, assidue frequentatrici di quest'area caratterizzata da ampi pianori rocciosi. Mi sono appostato a ridosso di un arbusto di Ilatro (Phyllirea latifolia) cresciuto a pulvino e tengo l'orecchio ben teso nel tentativo di udire il forte grido dell'Aquilotto che in genere annuncia la comparsa della Regina delle vette. Il silenzio è rotto dai potenti bramiti dei cervi, che incessantemente propongono il loro richiamo d'amore. Un Astore sorvola la mia postazione, bello... e soprattutto inaspettato! Di fotografarlo non se ne parla, fa solo una fugace apparizione. Chi invece sollecita la mia attenzione è il bramito sempre più vicino di un Cervo. Posiziono la reflex in modo da poter variare velocemente l'inquadratura e rinuncio (in parte) al riparo offertomi dagli arbusti. Il cervo si avvicina sempre più e dopo qualche minuto compare uno splendido maschio che, con mia enorme sorpresa, ha i palchi senza punte! Ha solo le aste; è quello che in lingua sarda è chiamato "Sullonaju", ovvero Cervo killer. Scatto la prima foto, ma il vento mi è sfavorevole, l'animale si gira verso di me e fissa il mio "povero" cammuffamento, ho il tempo di scattare ancora due volte, poi il cervo sparisce infilandosi con calma nella fitta macchia. Lo sento bramire più volte, ma ormai non posso più vederlo. Aspetto ancora per più di un'ora, ma non succede più nulla. Mentre mi avvio verso l'auto (piuttosto soddisfatto), penso a quanto letto su questo animale dai palchi malformati, penso alle leggende che lo circondano e che lo vorrebbero come una razza a se stante, ma penso, anche e soprattutto, al cervo trovato morto due anni fa nello stesso periodo, trafitto più volte dai palchi di "Su Sullonaju". Questi animali sono detti Cervi killer (o Cervi assassini), perchè durante le lotte ingaggiate con i consimili per il possesso dell'harem, possono infliggere con le aste prive di ramificazioni, ferite letali ai loro rivali. Il temine sardo deriva da "sula", la "lesina", cioè lo strumento utilizzato per forare e cucire anche le pelli più robuste.
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